mercoledì 9 novembre 2011

O Bruma, sorella...


Ed era sera, ormai.
Ed egli aveva raggiunto le colline . I suoi passi l'avevano condotto nella bruma, ed egli ristette tra le rocce e i bianchi cipressi remoti da tutte le cose, e parlò e disse:

"O Bruma, sorella, bianco respiro non ancora costretto in una forma,
Io ritorno a te, respiro bianco e senza voce,
Parola non ancora espressa.

O Bruma, alata sorella Bruma, insieme noi siamo ora,
E insieme saremo fino al secondo giorno della vita,
La cui alba ti poserà, gocce di rugiada in un giardino,
E poserà me infante sul seno di una donna,
E tutto ricorderemo.

O Bruma, sorella, io ritorno, cuore in ascolto delle sue profondità,
Così come il tuo cuore,
Desiderio fremente e senza fine, così come il tuo desiderio,
Pensiero non ancora raccolto, così come il tuo pensiero.

O Bruma, sorella, primogenita di mia madre,
Le mie mani ancora stringono i verdi semi che mi imponesti di seminare,
E le mie labbra sono sigillate sul canto che mi imponesti di cantare;
E non porto a te nessun frutto, non porto a te nessun'eco
Giacché le mie mani erano cieche, e le mie labbra erano serrate.

O Bruma, sorella, molto ho amato il mondo, e il mondo ha amato me,
Giacché tutti i miei sorrisi erano sulle sue labbra, e tutte le sue
lacrime erano nei miei occhi.
Pure, vi era tra noi un abisso di silenzio che mai si poteva colmare
E che non potei varcare.

O Bruma, sorella, mia immortale sorella Bruma,
Cantai gli antichi canti ai miei piccoli figli,
Ed essi ascoltarono, e vi era stupore sui loro visi;
Ma domani forse essi dimenticheranno il canto,
E non so a chi il vento porterà quel canto.
E anche se non era proprio il mio, tuttavia arrivò fino al mio cuore
E per un istante abitò sulle mie labbra.

O Bruma, sorella, per quanto tutto questo sia ora per passare,
Io sono in pace.
Mi bastò cantare a quelli già nati.
E anche se il cantare non è certo affar mio,
Viene, tuttavia, dal più profondo desiderio del cuore.

O Bruma, sorella, mia sorella Bruma,
Sono tutt'uno con te ora.
Non più sono un singolo io.
Le mura sono cadute,
e le catene si sono infrante;
Salgo ora a te, Bruma anch'io,
E insieme fluttueremo sopra il mare fino al secondo giorno della vita,
Quando l'alba ti poserà, gocce di rugiada in un giardino,
e poserà me infante sul seno di una donna".

(Khalil Gibran)

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