Visualizzazione post con etichetta Trieste. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Trieste. Mostra tutti i post
mercoledì 19 ottobre 2011
Bocca
La bocca
che prima mise
alle mie labbra il rosa dell'aurora,
ancora
in bei pensieri ne sconto il profumo.
O bocca fanciullesca, bocca cara,
che dicevi parole ardite ed eri
così dolce a baciare.
(Umberto Saba)
venerdì 26 agosto 2011
La capra
Ho parlato a una capra.
Era sola sul prato, era legata.
Sazia d'erba, bagnata
dalla pioggia, belava.
Quell'uguale belato era fraterno
al mio dolore. Ed io risposi, prima
per celia, poi perché il dolore è eterno,
ha una voce e non varia.
Questa voce sentiva
gemere in una capra solitaria.
In una capra dal viso semita
sentiva querelarsi ogni altro male,
ogni altra vita.
Era sola sul prato, era legata.
Sazia d'erba, bagnata
dalla pioggia, belava.
Quell'uguale belato era fraterno
al mio dolore. Ed io risposi, prima
per celia, poi perché il dolore è eterno,
ha una voce e non varia.
Questa voce sentiva
gemere in una capra solitaria.
In una capra dal viso semita
sentiva querelarsi ogni altro male,
ogni altra vita.
(Umberto Saba)
Etichette:
belato fraterno,
Canzoniere,
Carl Spitzweg,
dolore,
gemito,
La capra,
Male,
Poesia,
Ragazza con la capra,
Trieste,
Umberto Saba,
vita,
voce
mercoledì 2 marzo 2011
L'addio
Senz'addii m'hai lasciato e senza pianti;
devo di ciò accorarmi?
Tu non piangevi perché avevi tanti,
tanti baci da darmi.
Durano sì certe amorose intese
quanto una vita e più.
Io so un amore che ha durato un mese,
e vero amore fu.
devo di ciò accorarmi?
Tu non piangevi perché avevi tanti,
tanti baci da darmi.
Durano sì certe amorose intese
quanto una vita e più.
Io so un amore che ha durato un mese,
e vero amore fu.
(Umberto Saba)
Iscriviti a:
Post (Atom)