Sul volume 8 dell'antologia poetica Parole in fuga (Aletti, gennaio 2012) è stata pubblicata la mia lirica È un vortice di spada.
Si avverte, nelle pagine di questo libro, la profusa urgenza da parte degli autori di imprimere, attraverso la parola, le impronte della propria esistenza, come testimonianza di percorsi di vita unici ma mai del tutto individuali, perché generati dalla comune «radice» del vivere. Per ciò, il lettore che si avvicina a queste parole potrà riconoscere, nei sentimenti e nelle percezioni evocati, corrispondenze con la propria esperienza di vita.
Nell’antologia di autori vari Parole in fuga, giunta all’ottava edizione, è forte il richiamo alle esigenze fondamentali dell’io, a un dialogo che s’addentri nelle profondità di quella che potremmo definire - a seconda dei valori e delle credenze specifici - la nostra «coscienza», «conoscenza», o ancora «essenza», «anima».
Dai molteplici temi affrontati, ai diversi registri stilistici utilizzati, si rimane positivamente colpiti dalla bellezza di questi versi, che parlano con una voce chiara, cristallina, naturale, e penetrano, proprio per queste caratteristiche, con maggiore incisività.
Le parole diventano un tutt’uno con i moti dell’anima, e alla poesia sono affidati ricordi, pensieri, sensazioni, interrogativi, desideri, rimpianti; tutto quel nucleo più intimo e custodito con cura, che l’energia delle parole libera, ma che, forse, si faticherebbe a comunicare, senza l’aiuto della scrittura. Perché, come ebbe a dire Vincenzo Cardarelli, «poesia potrebbe anche definirsi: la fiducia di parlare a sé stessi».
L’augurio, che nasce naturale dalla lettura di quest’opera, è che il complesso di voci, di canti intonati dai poeti della nostra società, possa diventare un’eco, persistente e vibrante, che possa raggiungere il mondo.
Nell’antologia di autori vari Parole in fuga, giunta all’ottava edizione, è forte il richiamo alle esigenze fondamentali dell’io, a un dialogo che s’addentri nelle profondità di quella che potremmo definire - a seconda dei valori e delle credenze specifici - la nostra «coscienza», «conoscenza», o ancora «essenza», «anima».
Dai molteplici temi affrontati, ai diversi registri stilistici utilizzati, si rimane positivamente colpiti dalla bellezza di questi versi, che parlano con una voce chiara, cristallina, naturale, e penetrano, proprio per queste caratteristiche, con maggiore incisività.
Le parole diventano un tutt’uno con i moti dell’anima, e alla poesia sono affidati ricordi, pensieri, sensazioni, interrogativi, desideri, rimpianti; tutto quel nucleo più intimo e custodito con cura, che l’energia delle parole libera, ma che, forse, si faticherebbe a comunicare, senza l’aiuto della scrittura. Perché, come ebbe a dire Vincenzo Cardarelli, «poesia potrebbe anche definirsi: la fiducia di parlare a sé stessi».
L’augurio, che nasce naturale dalla lettura di quest’opera, è che il complesso di voci, di canti intonati dai poeti della nostra società, possa diventare un’eco, persistente e vibrante, che possa raggiungere il mondo.
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