lunedì 4 aprile 2011

Pensieri scritti e dipinti

Ahimè, che cosa siete voi mai, miei pensieri scritti e dipinti? Appena un momento fa eravate ancora così variopinti, giovani e maliziosi, così pieni di aculei e di spezie segrete, che mi facevate ridere e starnutire, e ora? Vi siete già svestiti della vostra novità, e alcuni di voi sono pronti, temo, a diventare altrettante verità: tanto sembrano già immortali, con una proibità da spezzare il cuore, tanto noiosi! Ed è mai stato diversamente? Che cosa infatti scriviamo e dipingiamo noi, mandarini col pennello cinese, eternizzatori delle cose che si lasciano scrivere, che cosa soltanto siamo capaci di dipingere? Ahimè, sempre e soltanto quel che appunto vuole appassire e comincia a perdere la sua fragranza! Ahimè, sempre e soltanto temporali dileguanti e stremati e sentimenti tardi e ingialliti! Ahimè, sempre e soltanto uccelli che si stancarono di volare e fuggire e adesso si lasciano acchiappare con la mano, con la nostra mano! Noi eterniamo ciò che non può più vivere e volare a lungo, solamente cose stanche e afflosciate! Ed è soltanto per il vostro pomeriggio, o miei pensieri scritti e dipinti, che io ho colori, molti colori forse, molte variopinte tenerezze e cinquanta gialli e marroni e verdi e rossi, ma tutto questo non basta a far indovinare come apparivate nel vostro mattino, voi scintille e miracoli improvvisi della mia solitudine, voi, miei vecchi, amati, cattivi pensieri!

(Friedrich Nietzsche, Al di là del bene e del male, Che cos'è aristocratico?, 296)

Nessun commento:

Posta un commento