lunedì 12 settembre 2011
Elegia di settembre
Sonora arpeggia e canta tra gli alberi foschi la pioggia;
sopra il selvoso monte scorron brividi bruni.
Ecco, amici, l'autunno che al bosco s'affaccia spiando;
nel campo vuoto e immoto più non c'è che gli uccelli.
Ma sul meridionale declivio già il grappolo invaia,
e il sacro fuoco e il caro conforto in sé matura.
Tutto ciò ch'oggi è verde e in succhio stormisce,
[tra poco
sarà spento e gelato, morto fra nebbie e nevi;
solo il vin caloroso e il pomo che in tavola ride
rosseggeranno ancora dello splendor d'estate.
Così invecchia a noi pure il senso, e, appressandosi il
[verno,
assaporiamo il grato vino delle memorie,
mentre l'ombre beate dei giorni e dei giochi svaniti
in silenziosa danza ci attraversano il cuore.
(Hermann Hesse)
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