giovedì 22 settembre 2011

Illusione dell'illusione


Proviamo per un momento a prescindere dalla nostra propria "realtà", consideriamo la nostra esistenza empirica, così come quella del mondo in generale, come la rappresentazione prodotta in ogni istante dall'essere originario: ecco che il sogno acquista il significato di ILLUSIONE DELL'ILLUSIONE, ovvero come una soddisfazione ancora maggiore del desiderio di illusione. Per questa stessa ragione il nucleo intimo della natura ricava quell'indescrivibile piacere per l'artista ingenuo e l'opera d'arte ingenua, che ugualmente è solo "illusione dell'illusione". RAFFAELLO, per l'appunto uno di questi ingenui mortali, ha rappresentato in un dipinto allegorico tale estinguersi dell'illusione nell'illusione, il processo originario dell'artista ingenuo e al tempo stesso della cultura apollinea. Nella parte inferiore della sua TRASFIGURAZIONE, con il giovane invasato, gli uomini che lo portano disperati, i giovani impauriti e sconvolti, egli ci offre la raffigurazione dell'eterna sofferenza originaria, unico fondamento del mondo: "l'illusione" è il riflesso dell'eterno contrasto, padre di tutte le cose. Da questa illusione si eleva, come un effluvio d'ambrosia, un nuovo mondo dell'illusione, simile a una visione, del quale coloro che sono irretiti dalla prima illusione non vedono nulla... un luminoso fluttuare nell'estasi più pura e nell'intuizione priva di sofferenze, che si irradia da occhi distanti. Ci troviamo di fronte, nel massimo simbolismo artistico, a quel mondo apollineo di bellezza e all'orribile saggezza di Sileno che gli fa da sfondo e affermiamo, per intuizione, la loro reciproca necessità. Apollo tuttavia si manifesta ancora una volta come la deificazione del "principium individuationis", soltanto nel quale si compie il fine eternamente raggiunto dell'io originario, la sua alienazione nell'illusione; con gesti solenni egli ci mostra come sia necessario tutto l'universo della sofferenza, affinché per mezzo di essa il singolo sia spinto alla creazione della visione liberatrice e poi, immerso nella contemplazione della stessa, possa andarsene tranquillo sulla sua barca che oscilla in mezzo al mare.

(Friedrich Nietzsche)

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